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Parrocchia Mater Dei.
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Una piccola catechesi sull'identità e il ruolo dei Diaconi nella Chiesa.

Che cosa è il diaconato?
Il diaconato è un grado del sacramento dell’Ordine; gli altri due sono il presbiterato e l’episcopato. Può costituire una tappa intermedia verso il sacerdozio (diaconato transeunte, cioè di passaggio) o rimanere un ruolo di “servizio” nella vita liturgica e pastorale e nelle opere sociali e caritative (diaconato permanente).  Ai diaconi “sono imposte le mani non per il sacerdozio ma per il servizio” (Lumen Gentium 29).

Quando è stato istituito il diaconato?
Il servizio dei diaconi nella Chiesa è documentato fin dai tempi degli apostoli. Ne parlano anche i padri della Chiesa. Dal V secolo, però, per diversi motivi, il diaconato rimase solo come tappa intermedia per i candidati all’ordinazione sacerdotale. Il Concilio di Trento (1545-1563) dispose che il diaconato permanente venisse ripristinato, ma tale prescrizione non trovò concreta attuazione. Fu il Concilio Vaticano II a ristabilire il diaconato (Lumen Gentium 29).

Come si diventa diaconi?
Gli aspiranti al diaconato devono ricevere un’accurata preparazione, a norma del diritto. In molte diocesi il percorso formativo – umano, spirituale, dottrinale e pastorale – dura almeno cinque anni e prevede un tirocinio nelle comunità parrocchiali. La formazione iniziale e permanente dei Diaconi è descritta nel Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti).

Quali sono i compiti del diacono?
Il Concilio Vaticano II dice che il ministero del Diacono è “diaconía della liturgia, della predicazione e della carità”, con cui serve “il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio”.

Pertanto, il diacono, “secondo le disposizioni della competente autorità”, può “amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali (le benedizioni e altri), presiedere al rito funebre e alla sepoltura.

Il diacono deve essere celibe?
Il candidato al diaconato transeunte deve essere celibe e può essere ammesso all’ordinazione solo dopo aver compiuto i 23 anni di età. I diaconi permanenti, invece, possono essere ordinati sia tra i battezzati celibi, sia tra coloro che sono già sposati; se però sono celibi, dopo l’ordinazione non possono più sposarsi. Similmente non si può più risposare il diacono rimasto vedovo. Per diventare diacono permanente l’età minima è di 25 anni per i celibi e di 35 per le persone sposate, previo consenso della moglie, in ottemperanza alle disposizioni determinate dalle Conferenze episcopali.

Al diaconato possono accedere le donne?
Nella Chiesa cattolica non è previsto un accesso delle donne a questo ministero in quanto è il primo grado del sacramento dell’Ordine. In antichità erano presenti anche “diaconesse” che svolgevano dei ministeri e servizi senza essere ordinate.

 

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