Appartiene alla comunità del Centro Don Orione di Monte Mario. E’ il secondo sacerdote orionino di Albania ed è stato ordinato, in esatta coincidenza con l’arrivo della Congregazione nel “Paese delle aquile”, il 18 ottobre 1992.
Il sabato 21 ottobre mattino, la cattedrale di Shkodër – Scutari era gremita di fedeli, giunti con pullman dai luoghi segnati dalla presenza orionina: Bardhaj, Elbasan, Mollas, Gramsci, Gostime, Shiroka, Obliqe… La celebrazione è iniziata puntuale alle 10 del mattino ed è stata presieduta dall’arcivescovo di Scutari, Angelo Massafra, e accompagnata da una sessantina di sacerdoti concelebranti. Molti i confratelli e alcuni laici giunti dall’Italia, tra i quali don Aurelio Fusi, superiore provinciale, don Pierre Assamouan, consigliere generale. C’ero anch’io che ho visto la crescita della presenza orionina in Albania in questi 25 anni e particolarmente legato a Pavlin e alla famiglia Preka.
Il rito di ordinazione sacerdotale è stato commovente e molto solenne in questa chiesa denominata "Kisha e Madhe" ovvero "Chiesa Grande", perché è la più grande dei Paesi Balcani. La mamma di Pavlin, Lule, con il fratello e le sorelle, i familiari erano tutti lì davanti, con gli occhi lucidi di gioia e di lacrime; il papà Mirash ha partecipato dal Cielo.
La festa è continuata con il pranzo presso la Parrocchia orionina di Bardhaj. Nel pomeriggio, al teatro della città, c'è stata la rappresentazione di un'opera su Giovanni Paolo II, molto bella.
Grande sorpresa e applausi a non finire, al pomeriggio, dove al Teatro principale di Scutari è stato presentato un recital dal titolo “Lolek” che ha ripresentato la storia di Karol Wojtiła, soprattutto dei suoi anni giovanili, prima del percorso come sacerdote, vescovo, Papa. È risultato uno spettacolo di grande impatto emotivo e culturale, molto ben curato, bello e, soprattutto, tutto interpretato da attori presi… dalla Parrocchia.
Domenica 23 ottobre, alle ore 10.30, don Pavlin ha celebrato la sua Prima Messa al paese, Bardhai. I confratelli si sono uniti ai famigliari e lo hanno accompagnato in corteo dalla casa paterna alla chiesa tutta parata a festa.
L’omelia è stata tenuta dall’altro nostro confratello albanese, don Dorian Mjeshtri, attualmente parroco, che ha intrecciato con la Parola di Dio della liturgia i motivi di festa e l’impegno sacerdotale di don Pavlin.
Al termine della Messa, è toccato a me esprimere a nome della Congregazione la gioia e il ringraziamento per l’evento. L’ho riassunto con tre abbracci: il primo a Lule, la mamma di Don Pavlin, e con lei alla famiglia e alla gente albanese; il secondo a Don Rolando Reda, e con lui a tutti i Confratelli presenti e attivi in Albania in questi 25 anni; il terzo a don Pavlin, che nella sua persona esprime l’incontro tra la Congregazione e l’Albania.
Don Flavio Peloso