Valore e modalità di queste due pratiche penitenziali.
Il DIGIUNO QUARESIMALE è un atteggiamento di sobrietà, di rinuncia, di sacrificio al Signore. Ogni cristiano sceglie cosa togliere dalla sua vita di ogni ogni giorno, nei suoi costumi personali, per dire "Signore, lo faccio per Te, perché tu sei più importante!". E' una scelta personale e va custodita nella riservatezza per non sciupare il suo valore religioso: "per Te, Signore".
Il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo sono i DUE GIORNI DI DIGIUNO E ASTINENZA prescritti dalla Chiesa a tutti gli adulti. Sono due atti, che coinvolgono anche il corpo, e sono segno di disponibilità a Dio e di solidarietà con i poveri. Per questo il Digiuno va accompagnato con la Preghiera, con l’ascolto/lettura della Parola di Dio e con l’Elemosina.
L'ASTINENZA «proibisce l'uso delle carni» (Paolo VI, Paenitemini, 17 febbraio 1966); i Vescovi Italiani aggiungono “l’astinenza dai cibi ricercati o costosi” (CEI, 1994).
L’astinenza è prescritta in tutti i Venerdì dell’Anno, salvo quelli coincidenti con una solennità. La CEI precisa “i fedeli possono sostituire l'astinenza dalla carne con altre opere di carattere penitenziale”. Fa parte dell’astinenza volontaria rinunciare a qualche bene e soddisfazione (fumo, alcuni divertimenti, televisione...) anche buoni, per un atto di amore al Signore e per una più grande libertà interiore.
Sono tenuti ad osservare e a praticare l'astinenza tutti coloro che abbiano compiuto i 14 anni.
Il DIGIUNO consiste nel «fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po' di cibo al mattino e alla sera» (Paolo VI, Paenitemini, 17 febbraio 1966).
Il digiuno è prescritto solo al Mercoledì delle Ceneri e al Venerdì Santo. In altri giorni può essere volontario.
Sono tenuti ad osservare il digiuno tutti i maggiorenni fino al 60esimo anno d'età (e oltre salute permettendolo).
I Vescovi Italiani ricordano che “anche coloro che non sono tenuti all'osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana”.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna:
1434 La penitenza interiore del cristiano può avere espressioni molto varie. La Scrittura e i Padri insistono soprattutto su tre forme: il digiuno, la preghiera, l'elemosina, che esprimono la conversione in rapporto a sé stessi, in rapporto a Dio e in rapporto agli altri.
1438 I tempi e i giorni di penitenza nel corso dell'anno liturgico (il tempo della Quaresima, ogni venerdì in memoria della morte del Signore) sono momenti forti della pratica penitenziale della Chiesa. Questi tempi sono particolarmente adatti per gli esercizi spirituali, le liturgie penitenziali, i pellegrinaggi in segno di penitenza, le privazioni volontarie come il digiuno e l'elemosina, la condivisione fraterna (opere caritative e missionarie).