In San Giovanni Laterano, 15 febbraio 2018.
Un ritiro spirituale quaresimale con i parroci e il clero di Roma: questo l’incontro cui ho partecipato questa mattina, 15 febbraio 2018, nella basilica di San Giovanni in Laterano, dalle 9 alle 13. C'è stata preghiera, ascolto della Parola di Dio, meditazione del Vicario Mons. Angelo De Donatis, tempo e preti a disposizione per le confessioni. Alle 11.30, Papa Francesco, dopo avere confessato anche lui per un’ora alcuni preti, ha tenuto un discorso, o meglio una chiacchierata paterna, di un’ora e mezza. Faceva molto freddo in basilica, ma ci ha riscaldato il cuore.
Papa Francesco ha parlato delle varie età dei sacerdoti e del modo diverso di vivere il sacerdozio. Ogni età ha particolari caratteristiche, difficoltà e anche risorse.
Invito a leggere la trascrizione delle parole del Papa. Riporto qualche appunto personale.
Ai preti giovani.
“Spesso guardate troppo alle circostanze esterne, alle condizioni dell’ambiente e della cultura…”, ha detto il Papa. “Considerando troppo le circostanze, vi sentite come in una gabbia” che vi toglie la libertà. Occorre guardare non tanto alle circostanze della vita, ma alla “creazione di un proprio stile di sacerdozio nello svolgimento del ministero. Naturalmente, anche e nonostante i limiti di ognuno, da considerare e di cui tener conto”.
Ai preti che attraversano l’età di mezzo, tra i quaranta e i cinquanta anni.
Il prete di questa età “è come un marito a cui, con il tempo, sono passati l’innamoramento e le emozioni giovanili. Così nel rapporto con Dio. È il momento in cui “si vedono crescere i figli spirituali e nel quale la fecondità comincia a diminuire”. Comincia invece “il periodo degli addii per cui è bene iniziare a imparare a congedarsi da quello che era proprio della gioventù”.
A i preti che hanno oltre cinquant’anni.
Essi si trovano nel “tempo della piena maturità” e della saggezza e sono chiamati ad “offrire la loro amabilità e disponibilità, con l’accoglienza e con il sorriso”. I preti anziani possono ancora fare molto, soprattutto con la “pastorale dell’orecchio”, cioè ascoltando, stando vicino a quanti hanno un problema, sono nel dolore, mostrando compassione.
Al termine della sua conversazione, prima della benedizione conclusiva, è stato regalato a tutti i presenti un volume dal titolo “Cari fratelli nel sacerdozio… Testi dei Vescovi di Roma al clero romano per l’Ufficio delle letture delle ferie di Quaresima”. “Sono buone letture – ha aggiunto Francesco – anche perché i Papi che scrivono sono tutti santi come Paolo VI, Giovanni Paolo II, Giovanni Paolo I lo sarà presto. E poi – sorridendo - gli ultimi due, Benedetto XVI ed io, siamo in lista di attesa”.
Leggi: Testo delle parole del Papa.