L'ha chiesta Papa Francesco per il 23 febbraio. La nostra Parrocchia ha risposto.
In parrocchia, abbiamo risposto all'appello di Papa Francesco che ha indetto una speciale GIORNATA DI DIGIUNO E PREGHIERA PER LA PACE per il 23 febbraio prossimo.
Una cinquantina di persone, nonostante il "tempo da lupi" con vento, freddo e pioggia, si sono ritrovate in chiesa, secondo il programma: 17.15: Via Crucis; 18.00: Santa Messa; 18.30 – 19.30: Ora Santa di adorazione; 19.30: cena povera (un piatto di riso in bianco) nella sala parrocchiale; offerta a finalità caritativa.
Don Cristiano ha celebrato la Messa. Don Flavio ha guidato la Via Crucis e l'Ora Santa di adorazione con alcuni testi e preghiere per la pace; ha insistito sul pensiero che il primo nostro contributo di cristiani per la pace è dare al mondo il Padre, il Padre nostro che sta nei cieli, il solo che può far crescere la coscienza e il comportamento da "fratelli" condizione per il progredire della pace.
Come ultimo atto, c'è stato la "cena povera" con un piatto di riso e acqua. Ma la cordialità è stato ottimo condimento.
Qui di seguito sono riportati i testi usati durante l'Ora Santa.
L'INVITO DI PAPA FRANCESCO
"Dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan.
Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3). Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!".
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Don Orione: Torniamo a Dio!
Uno scritto di Don Orione del gennaio del 1918. Si era verso la fine della prima guerra mondiale. I popoli europei si risvegliavano sbigottiti e increduli di quale barbarie erano stati capaci.
«Le presenti calamità non avranno fine, prima che gli uomini ritornino a Dio», ha detto il Papa. Così ha scritto anche Alberigo Gentili, benché fosse un apostata, il chiaro il convincimento che, per dar pace giusta e duratura ai popoli e alle nazioni non bastano i giornali, né i diplomatici, né i Congressi dell’Aia o altri, né i soli cannoni, né gli eserciti soli bastano: ci vuole, sovra tutto, l’intervento del più alto principio: ci vuole Dio!
La pace è un dono di Dio! E non si accorda che agli uomini di buona volontà, come cantarono gli angeli sulla capanna di Betlemme: agli uomini che tornano a Dio e camminano le sue vie: vita, vittoria e pace!
Il Gentili, nel suo libro, si rivolge a Dio ed esclama: «Tu, Padre di giustizia, Iddio, tu rimuovi da noi questa cagione, facendoci ritornare a te, e leva dal mondo ogni motivo di guerra. Dà, o Signore, dà a noi, in questi giorni, la tua pace».
La pace viene solo da Dio, ed è riservata agli uomini di buona volontà, che non rubano, che non mentono, non opprimono, non vivono nel vizio, non usurpano: non sono né ambiziosi, né sacrileghi.
Alberigo Gentili conclude il suo libro con un’altra preghiera a Dio. “Tu, o sommo Dio, rimuovi da noi la barbarie, la fierezza, l’inesorabile inimicizia. Fa che il bue e il leone mangino insieme, e non che il bue impari la fierezza, ma il leone impari invece la mansuetudine. Vale a dire: fa sì che i tuoi cristiani non imparino dai barbari la maniera di combattere, ma i barbari, per contrario, vengano ammansiti dai cristiani”.
La prima condizione d’una pace giusta è la volontà di ritornare a Dio.
Ritorniamo a Dio e alla sua Chiesa, deponendo gli odi, le vendette, le cupidigie! La pace è giustizia, mitezza e perdono.
Ritorniamo a Dio! Correggiamo le volontà ribelli e le ingiustizie, se vogliamo pacificare il mondo.
Ritorniamo a Dio! Smettiamo la superbia, la vanità, l’egoismo le disonestà, l’avarizia, e cerchiamo le vie di Dio: l’umiltà la preghiera, la fede, la pace col Papa, l’educazione cristiana della gioventù, la purezza, la carità, e la carità sino al sacrificio!
Ritorniamo a Dio! e avremo una società più perfetta, una civiltà più cristiana e la vera fratellanza delle genti in Gesù Cristo.
Ritornino a Dio i popoli e i governi, a quel Dio che volle dare tutto Sé stesso per gli uomini e per la nostra salvezza nella grotta di Betlemme prima, sulla croce del Calvario poi!
L’ora del ritorno a Dio è l’ora della pace. Torniamo a Dio!
PREGHIERA PER LA PACE DI PAPA FRANCESCO
Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!
Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani. Signore, aiutaci Tu!
Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”.
Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli.
Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono.
Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. Dal cuore di ogni uomo siano bandite le parole: divisione, odio, guerra!
Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi la pace. Amen.