Dopo la lettura della Passione del Signore. Parrocchia Mater Dei, Roma.
PRENDIAMO POSTO NEL DRAMMA PASQUALE
Tutti ci siamo in questo Vangelo. Quale è il tuo posto?
C’è chi crede e prega e c’è chi frequenta e non crede.
Ci sono gli scribi, i farisei e gli opinionisti di piazza
che danno giudizi e condannano facendo bella figura.
Ci sono persone superficiali e curiose, inevitabilmente deluse.
C’è la folla giunta per vedere Gesù, stella dello spettacolo taumaturgico;
non interessa loro il Messia ma miracoli e ricchi premi senza impegno.
Ci sono le persone con potere religioso e civile,
spinte da odio a morte contro quest’uomo
che libera la gente dalle loro falsità e prepotenze.
Con Giuda, ci sono tanti ipocriti che tradiscono Gesù
pur chiamandolo “maestro” e baciandolo.
Con Pietro e gli apostoli, ci sono tanti seguaci di Gesù,
sinceri ma paurosi della croce e delle difficoltà.
Con la donna di Betania che riempie la casa di profumo di nardo,
ci sono tante persone che moltiplicano preghiere e generosità
ritenendo sempre troppo poco quanto fanno per il Signore.
Ci sono poi le “pie donne” e tante persone semplici
che non discutono e non sanno di scritture,
ma resistono fin sul calvario, per affetto,
e s’accontentano, come Veronica, di porgere almeno un fazzoletto.
C’è il Centurione che assiste all’evento e i molti che non sanno di religione,
ma riconoscono che per morire perdonando, come Gesù,
bisogna essere figli di un altro mondo.
C’è infine, Maria, la madre dal cuore aperto,
silenziosa e dignitosa, vicina al figlio
con un amore più forte della morte.
Prendiamo posto nel dramma pasquale,
oggi presente nella celebrazione liturgica
e nella vicenda della nostra storia quotidiana.