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Parrocchia Mater Dei.
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Una grande opera d'arte può essere danneggiata, ma la sua bellezza rimane.

CREDO LA CHIESA

Scandali e abusi sessuali nella Chiesa, una piaga in corpo sano.
Disagio e valore civile dell’azione di Papa Francesco.
La purificazione è segno e condizione di vitalità.  

 

Ho ascoltato in diretta negli studi del programma Cristianità della RAI, Papa Francesco che, all’Angelus di domenica 26 agosto, dal Santuario di Knock in Irlanda, tornava ancora una volta sul tema della pedofilia e chiedeva perdono al Signore per i responsabili e le responsabilità che ci sono state in seno alla Chiesa. “Nessuno di noi può esimersi dal commuoversi per le storie di minori che hanno patito abusi”, ha detto il Papa.  “Questa piaga aperta ci sfida ad essere fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia. Imploro il perdono del Signore per questi peccati, per lo scandalo e il tradimento avvertiti da tanti nella famiglia di Dio”.

Mentre ascoltavo queste parole, avevo presente quanto ho visto in Irlanda nell’arco di 25 anni, dal 1992. La prima volta che vi andai, trovai chiese incredibilmente affollate, partecipazione alla Messa domenicale all’80%, seminari brulicanti di tanti Samuele aspiranti al servizio dell’altare. La fede proverbiale del popolo irlandese, che ha rifornito di sacerdoti e di missionari mezzo mondo, sembrava inattaccabile. È seguito il periodo di martellante grandinata di scandali di abusi dei preti e la situazione è precipitata rapidamente. Oggi, la Messa domenicale è pratica minoritaria. Le leggi sulla contraccezione, il divorzio, l’omosessualità e l’aborto sono state tutte liberalizzate. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale e lo stesso capo del governo è un uomo apertamente gay.

Dal disagio alla reazione salutare.

Condivido il disagio, manifestato da molte persone credenti, per i continui interventi pubblici del Papa sul tema tanto delicato e tanto umiliante. Nello stesso tempo, però, ritengo che sia un disagio salutare: il bruciore di una ferita rende attenti e sensibili nel curarla.

Pur preoccupato per la becera e satanica strumentalizzazione dei casi riguardanti ecclesiastici per affossare la credibilità della Chiesa, mi pare che questa insistenza di Papa Francesco sull’orribile peccato e delitto degli abusi sui minori faccia un grande servizio anche a tutta la società civile, anche a quel mondo laico ostile alla Chiesa.

Di fatto, Papa Francesco predicando urbi et orbi, con ampia risonanza mediatica, l’inammissibilità e l’intollerabilità di tali comportamenti crea una reazione culturale, un movimento di indignazione verso i comportamenti pedofili che sappiamo, invece, essere ammessi e ampiamente praticati in certi ambiti della cultura laica permissiva e senza valori. Provocando una salutare riprovazione pubblica, Papa Francesco sta alzando l’asticella della sensibilità pubblica e del rispetto verso i minori. E di questo non c’è che da rallegrarsi anche se avviene concentrandosi su casi di ecclesiastici, spesso ingigantiti morbosamente dalla comunicazione di massa.

Nella Chiesa c’è la santità dello Spirito.

Detta una parola sul valore civile dell’azione del Papa, ricordiamo che primo e immediato scopo delle sue parole e delle sue iniziative disciplinari è il bene della Chiesa che, a motivo di tali scandali è guardata con sfiducia; molti ne sono scandalizzati, cioè ostacolati nella fede. Prima con Giovanni Paolo II, poi con l’atteggiamento fermo di Benedetto XVI e ora con la parola e l’azione di Francesco, tutti devono sapere, anche pubblicamente, che nel sacerdozio e nella vita religiosa non c’è posto per chi fa del male ai minori.

Cari amici lettori del Don Orione oggi, ogni caso di pedofilia nella Chiesa mi mette una gran tristezza. Poi, davanti al Signore e a quanti incontro nei corridoi del catechismo e nella chiesa alla domenica, dico: Ricordati, Signore, della tua Chiesa che ti sei acquistata con il tuo sangue. Non dimenticare il sacrificio e l'immenso bene spirituale, umano e sociale che la maggioranza dei preti e dei religiosi hanno fatto e continuano a fare.

Una grande opera d'arte può essere danneggiata, ma la sua bellezza rimane; questa è una verità che ogni critico intellettualmente onesto deve riconoscere. Anzi, chi ha più coscienza del valore dell’opera d’arte più soffre quando è deturpata e più si attiva per difenderla e salvaguardarla.

L’indignazione e l’orrore verso i fatti di pedofilia (e di qualunque altra corruzione) non saranno mai sufficienti. Ma non fermiamoci lì. Devono portarci ad una coscienza umile e vigilante di fronte al male e ad una reazione di santità.

Questa ed altre miserie di persone della Chiesa richiamano tutti noi - che non vogliamo essere “cristiani della prima comunione” né “sacerdoti della domenica mattina” – all’umiltà e alla vigilanza. “Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere”, avvertiva San Paolo, dopo avere denunciato un grave scandalo avvenuto nella comunità di Corinto. Richiamano la necessità della Grazia di Dio per ogni cristiano e per la Chiesa “semper reformanda”. Il sapersi purificare è un segno e condizione di vitalità per ogni organismo; diversamente, si avvelena e muore.

La lunga storia della Chiesa, “pallida Sposa di Cristo e Madre nostra dolcissima” (Don Orione) ha conosciuto ben altri tradimenti, ha sofferto abbandoni e ostilità, ha pianto su tante infedeltà dal giorno del primo pianto di Pietro, travolto anche lui dalla “piazza” di allora e dalla petulanza di una serva.

Non chiudete alla luce per dire che è buio.

Fratelli umili e buoni, saremo contenti di stare nella Chiesa sapendo che essa è “lumen gentium”, “madre e maestra” di popoli, culture e costumi. È un fiume che nel suo corso millenario trasporta e sopporta le miserie di tanti suoi figli, confidando nella profondità pura e rinnovatrice delle acque che sgorgano dal Cristo e alimentate dal contributo dei santi, dei poveri, dei piccoli, dei sofferenti.

Don Orione, che tra le tante opere di misericordia diede sviluppo anche a quelle volte a bene dei “preti lapsi”, ebbe a scrivere: “Non è, credetelo, lo spettacolo delle nostre miserie e dei nostri difetti che crea l'odio di tanti contro di noi e contro la Chiesa. Chi è mai che giudichi l'oceano da quella schiuma che esso rigetta sulla spiaggia? O dalle tempeste che agitano talora le onde? L'oceano non sta nei rifiuti impuri delle sue riviere, ma nella profondità, nell'immensità delle sue acque, nella via che apre ai commerci più lontani, nella solennità del suo riposo, nella grandiosità delle sue emozioni, nell'abisso del suo divino silenzio... Non sono i nostri peccati che provocano l'odio del mondo, sono le nostre virtù, sono i nostri santi! Non è l'elemento umano della Chiesa, ma l'elemento divino!”.

Il materialismo e il consumismo dilagano. La società è sempre più narcisista. Una cultura di gratificazione istantanea, senza responsabilità o implicazioni, è sempre più diffusa. Il conformismo di ieri, dettato dalla tradizione dei molti, è sostituito dal conformismo di oggi, dettato dalla novità imposta dai pochi. Ai dogmi cattolici è subentrato il fondamentalismo liberal. Nonostante tutti i suoi numerosi e gravi problemi, la Chiesa continua a svolgere un ruolo importante e positivo. Non c’è mai stato un tale bisogno di valori cristiani (=umani) decenti e semplici come oggi.

Restiamo saldi nella verità e nel bene, fieri di appartenere alla Chiesa di Cristo e uniti con Papa Francesco. Don Orione scrisse: “Non è vecchia la Chiesa: ad ogni passo dell’umano progresso essa dà uno sboccio di gioventù; non chiudete alla luce per dire che è buio”.

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