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Parrocchia Mater Dei.
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Don Flavio Peloso racconta la sua esperienza di parroco durante l'isolamento per il coronavirus.

LA CHIESA IN CASA NEL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Vita pastorale durante l’isolamento per il coronavirus.

Don Flavio Peloso

Ricordo che mi sono sentito gelare quando l’8 marzo giunse il Decreto che vietava del tutto le celebrazioni con partecipazione di popolo. Poi ho pensato che lo stesso sentimento doveva aver provato quella gente che normalmente frequentava la nostra chiesa parrocchiale per le attività liturgiche di preghiera. Cosa posso fare?

Io parroco continuo ad esserlo – mi dissi - e, dunque, continuo a esercitare il mio ministero come posso. La prima decisione, con Don Roberto e Don Giuseppe, è stata quella di continuare la nostra programmazione di celebrazioni ed eventi come prima, o “quasi”. Noi siamo sacerdoti “per Dio”, innanzitutto.

Sia io che il vice parroco sappiamo usare un pochino i moderni mezzi di comunicazione digitale e, già il giorno dopo il Decreto, abbiamo predisposto per la trasmissione in streaming della celebrazione della Messa domenicale e dell’appuntamento quotidiano di vita spirituale, alle 18.30, alternando rosario, adorazione eucaristica, vespri, via crucis e una catechesi settimanale. Tutto on-line. La Chiesa in casa. Poi è venuta l’idea di trasmettere l’Angelus recitato davanti alla grande statua della Madonnina, alle 12.00 di ogni giorno. Siamo riusciti anche a realizzare il ritiro parrocchiale programmato per il 20 marzo: inizio con le Lodi, alle 9.00, adorazione del Santissimo tutto il giorno, reale nostra e virtuale dei parrocchiani, meditazione, rosario, Messa.

Molti parrocchiani hanno fatto giungere risonanze di ringraziamento e di incoraggiamento, perché si sentivano sostenuti dai momenti religiosi che potevano seguire trasmessi dalla loro chiesa e con i loro sacerdoti.

E per i bambini e i ragazzi del catechismo cosa possiamo fare? Sono 170 ragazzi e 170 famiglie! Abbiamo ideato il “catechismo in famiglia”. Puntualmente, ogni settimana, giunge in ogni famiglia e a ciascun ragazzo una scheda guida per il catechismo, con il link a un video precedentemente messo on-line, suggerimenti di attività e di preghiera. Per i più grandi, l’attività prevede un’attività collegati tra di loro in chat. Anche in questo caso, c’è stata una buona risposta e apprezzamento.

In parrocchia, è cessata l’attività consueta della Caritas, ora limitata alla sola raccolta e distribuzione di alimenti che noi sacerdoti diamo a chi suona alla Parrocchia o, in qualche caso, portiamo personalmente a domicilio. Parrocchiani, due supermercati e persino l’Elemosineria vaticana del card. Konrad Krajewski ci hanno rifornito di alimenti non deperibili e materiale di igiene.

Abbiamo tenuto anche la nostra consueta riunione dell’Equipe Parrocchiale di animazione pastorale in videoconferenza. Ogni giorno dedico un tempo per fare delle telefonate di contatto con i parrocchiani; telefono, SMS e chat sono diventati strumenti pastorali preziosi. Qualche visita nelle famiglie l’ho fatta, ad anziani e anche per la benedizione di commiato dei defunti. Naturalmente con mascherina e guanti.

Quando entro nella chiesa, sempre vuota, anche nei giorni di festa, mi si stringe il cuore. Ma poi guardo al tabernacolo e all’obiettivo della piccola telecamera davanti all’altare e so che di lì passa la comunione con le persone della Parrocchia, distanti ma in relazione. E mi sento parroco.

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