Pubblicato come “Introduzione” a Lo spirito di Don Orione, vol.6, La fede, p.9-13
LA VIRTU' DELLA FEDE
Negli atti del processo di beatificazione di Don Orione è riportato il ricordo
di un episodio assai idoneo ad introdurre la lettura di questa selezione di
testi sull'argomento della fede.
"Ancora vivente Don Orione, tra i confratelli ci si era posto il quesito
quale fosse l'aspetto più profondo, giustificativo di tutta la vita e l'azione
del nostro Padre; le risposte furono varie, ponendo la spiegazione del
'fenomeno' Don Orione alcuni nella carità, altri nella sua pietà, altri in altri
particolari della sua personalità; ad un certo punto intervenne a metterci zitti
e d'accordo il compianto Don Biagio Marabotto che ci chiese: 'Ma dite: che cos'è
che spiega tutto in Don Orione?... Non è Dio? Ecco cos'è, soprattutto, Don
Orione: un uomo che vive di Dio".[1]
Questo aneddoto ci suggerisce il giusto atteggiamento interiore per leggere
con profitto questo volumetto: ci mettiamo in ascolto di un testimone della
fede, di un uomo che ha vissuto di Dio. Infatti, gli scritti e i discorsi di Don
Orione sono nati dalla sua vita, molto prima che dalla sua penna o dalle sue
labbra.
Tutta la vita di Don Orione si svolgeva in un'atmosfera soprannaturale, protesa
a procurare la gloria di Dio e il bene delle anime con l'esercizio della carità
(n.1). La sua fede traspariva dagli scritti, dai discorsi e dalle opere. La fede
era la sua vita. "Per la fede, per il Papa e la Chiesa ben poco sarebbe il mio
sangue, e ben volentieri vorrei poter dare mille e mille volte al minuto tutta
la mia vita".[2]
Don Orione non teorizzò sulla fede: visse di fede. Quando parlava della fede il
suo linguaggio era caldo, appassionato, di contenuti dottrinali ed esistenziali
semplici, sicuri, convincenti. Abbiamo una famosa lettera della fede (n.2) che è
come un piccolo trattato: vi espone il suo insegnamento in modo quasi
sistematico, con ampio respiro biblico, teologicamente preciso, asceticamente
pratico.
Nel suo realismo, l'umile Figlio della Divina Provvidenza sapeva come
l'esperienza del limite umano, del "nulla", del dolore preparino l'anima ad
accogliere e a custodire "il gran dono della fede". Raccomandava perciò di
vivere e di camminare "per mysterium Crucis" (n.3, 4, 5, 6, 7, 8).
Sorgente ed anche frutto della sua fede era lo spirito di preghiera che
alimentava la vita di unione con Dio e che "trasforma in oro tutto quello che si
fa" (n.9, 10). Il suo vivere era così un continuo muoversi con Dio, in Dio e per
Dio, in una attività sorprendente, senza soste, in uno "stato di permanente
ebbrezza spirituale".[3]
Don Orione coinvolgeva quanti lo avvicinavano in una "vita di vivissima fede",
meravigliosa e semplice, senza sentimentalismi o razionalismi autocentrici
(n.11, 12, 13). Una fede-olocausto che "conglutina" (quanto gli piaceva questa
parola!) a Dio: "Chi vive di fede, è come partecipe della natura divina,
secondo la espressione di San Pietro: 'Divinae consortes naturae'".[4]
La fede di Don Orione, come è ben noto, si esprimeva soprattutto come
incrollabile fiducia nella Divina Provvidenza (n.14, 15, 16, 17), come adesione
totale, filiale alla volontà di Dio (n.18), come zelo per l'annuncio di Cristo,
del suo Vangelo, della sua Chiesa (n.19, 20).
Ascoltando gli insegnamenti di Don Orione saremo introdotti ad una "fede che fa
della vita un apostolato fervido in favore dei miseri e degli oppressi, com'è
tutta la vita e il Vangelo di Gesù Cristo... quella fede divina, pratica e
sociale del Vangelo, che dà al popolo la vita di Dio e anche il pane... E deve
essere una fede applicata alla vita. Ci vuole spirito di fede, ardore di fede,
slancio di fede; fede di amore, carità di fede, sacrificio di fede!" (n.21).
Anche l'apostolato è essenzialmente una questione di fede: "Che cosa manca un
po' a tutti, a noi tutti, oggi, per adoprarci, nel nome di Dio e in unione con
Cristo, a salvare il mondo e ad impedire che il popolo si allontani dalla
Chiesa? Che cosa ci manca, perché la carità, la giustizia, la verità non siano
vinte, e non rientrino nel seno di Dio, maledicendo all'umanità, che avrà
rifiutato di dare il suo frutto? Ci manca la fede!... Se vogliamo oggi lavorare
utilmente al ritorno del secolo verso la luce e la civiltà, al rinnovamento
della vita pubblica e privata, è necessario che la fede risusciti in noi e ci
risvegli da questo sonno "che poco è più che morte"; è necessaria una grande
rinascenza di fede, e che escano dal cuore della Chiesa nuovi e umili discepoli
del Cristo, anime vibranti di fede, i facchini di Dio, i seminatori della
fede!"[5] (n.22, 23).
Un'accentuazione tipica di Don Orione a riguardo della fede è l'esperienza del
vitale e reciprocamente arricchente dinamismo di fede e carità: "la fede muove
alla carità" e "le opere della carità aprono gli occhi alla fede" (n.24).
Quell'intelligenza, quell'audacia e quell'efficacia di azione - che tanti
ammiravano in Don Orione - erano i frutti della sua ricerca costante di vedere
le cose "dal punto di vista di Dio", alla luce della fede, e dell'agire nelle
mani di Dio, da umile collaboratore e servo della Divina Provvidenza. "Chi fa
tutto è la Divina Provvidenza" (n.25, 26, 27, 28, 29).
La fede di Don Orione era la fede della Chiesa, fondata e ed edificata sulla
verità della Sacra Scrittura, infallibilmente insegnata dal Magistero del Papa
e dei Vescovi; una fede radicata nella grande tradizione costellata di martiri e
di santi (n.30, 31, 32, 33, 34); una fede che gli era tanto cara da abbracciarla
fermamente e integralmente nei suoi contenuti, fino a fargli esclamare in un
frangente delicato: "Non venderò una virgola sola della mia fede per nessun
piatto di lenticchie" (n.35). L'inscindibile legame tra fede e assoluta adesione
di mente e di cuore al magistero del Papa e dei Pastori della Chiesa ("la mia
fede è la fede del Papa, la fede di Pietro") è un'altra caratteristica
qualificante la fede vissuta da Don Orione.
A questa fede educò i piccoli, i poveri, il popolo, i laici e i sacerdoti che
incontrò lungo il suo cammino e, soprattutto, a questa fede educò i suoi
religiosi della Piccola Opera della Divina Provvidenza ai quali, come un
ritornello, spesso diceva e, a volte, gridava: "Figlio della Divina Provvidenza
vuol dire figlio della fede!" (n.36)
Il vescovo Mons. Felice Cribellati, uno dei primi alunni di Don Orione,
ricordava del suo maestro "una fede soprannaturale viva, fattiva; una fede che
egli sapeva trasmettere e trasmetteva realmente in quanti lo avvicinavano. Dopo
una conversazione avuta con lui, lo spirito si sentiva come sollevato e
inebriato".[6] Questo effetto si prolunghi ancora attraverso la lettura di
queste sue pagine. E' l'augurio. Don Orione interceda!
I numeri tra parentesi tonde rinviano ai brani contenuti nel volume Lo spirito di Don Orione, vol.6, del quale riportiamo l'INDICE.
I. Dio solo!
II. Lettera della fede
III. La grande missione del dolore
IV. Lieti di soffrire
V. Fede nella prova
VI. Noi siamo nulla
VII. Per mysterium crucis
VIII. "Non ha Gesù?"
IX. Il segreto di tutto: la preghiera
X. Silenzio e unione con Dio
XI. Vita di vivissima fede
XII. Fede! Fede! Fede!
XIII. Chierici di fede
XIV. Confidate nella Divina Provvidenza
XV. Fede, ma di quella!
XVI. La Divina Provvidenza spiega tutto
XVII. "Non c'è crisi"
XVIII. Una piccola parola: fiat!
XIX. Avanti con fede vivissima
XX. Fede e opere
XXI. Piu fede!
XXII. Se manca la fede al popolo...
XXIII. Fede, primo rimedio ai problemi sociali
XXIV. "Le opere della carità aprono gli occhi alla fede
XXV. Chi fa tutto è la Divina Provvidenza
XXVI. Fede grande, fede benefica
XXVII. Né temerarietà, né scoraggiamenti
XXVIII. Sempre verso l'alto
XXIX. Il coraggio che viene dalla fede
XXX. La Sacra Scrittura è scuola di vita
XXXI. Fede fondata sulla roccia sicura
XXXII. La teologia, scienza divina
XXXIII. Più fede che erudizione
XXXIV. Rispetto delle sacre e vetuste immagini
XXXV. "Non venderò una virgola sola della mia fede per nessun piatto di
lenticchie"
XXXVI. Figli della Divina Provvidenza - Figli della fede
NOTE
-------------------------------------------
[1] Ex processu, p.993.
[2] Scritti 49, 120.
[3] Cfr. G. De Luca, Don Orione, Roma, 1963. p.35.
[4] Scritti 31, 215.
[5] Cfr. Bollettino Madonna della Guardia, Febbraio 1919.In "Più fede!
[6] Testimonianza di Mons. F. Cribellati. Ex processu, p.36.
Vedi anche
la virtù della SPERANZA e
la virtù della CARITA'