Giovanni Casoli, L'INCONTRO DI DUE UOMINI LIBERI: DON ORIONE E SILONE, Ed. Jaka Book, Milano, 2000.
Una presentazione del libro è avvenuta al Centro “Don Orione” di Via della Camilluccia 120 ROMA, il 4 maggio 2000. All'incontro era presente anche la signora DARINA Laracy Silone, felice dell'iniziativa e commossa quando un Ex allievo dei Mutilatini le ha fatto l'omaggio di un mazzo di rose rosse, nel ricordo dell'Ex allievo Ignazio Silone.
L'INCONTRO DI DUE UOMINI LIBERI:
DON ORIONE E SILONE
1° maggio del 2000. Ricorrono i 100 anni dalla nascita di Ignazio Silone. L'Opera Don Orione, memore della profonda amicizia che ha legato il suo Fondatore a Silone, ha deciso di pubblicare il carteggio intercorso tra i due. In particolare, le 14 lettere autografe e finora inedite, scritte tra il 1916 e il 1918, rivelano gli ideali, le ribellioni e i sentimenti del giovane Silone. E' nato così il libro di Giovanni Casoli, L'incontro di due uomini liberi. Don Orione e Silone , Jaca Book, Milano [lire 22.000].
E' da ricordare che l'adolescente Secondino Tranquilli conobbe Don Orione già nei primi drammatici giorni dopo il terremoto della Marsica, perché accorso trai primi sulle macerie di Avezzano e di Pescina dei Marsi. E' noto che fu Don Orione a prendersi cura di Secondino e del fratello Romolo, facendo loro da padre ed ospitandoli nei suoi collegi di Sanremo, Reggio Calabria, dando modo di ultimare gli studi liceali. A distanza di quarant'anni, Silone immortalò il suo incontro con Don Orione nel famoso capitolo “ Incontro con uno strano prete” del suo libro “Uscita di sicurezza” (1965) . Si riferisce a questo periodo giovanile anche la corrispondenza che viene ora pubblicata e studiata nel volume edito dalla Jaca Book di Milano.L'opera è stata in cantiere per due anni. Al saggista Giovanni Casoli, esperto di letteratura, molto attento al pensiero e alle sensibilità attuali, di grande capacità introspettiva, l'Opera Don Orione ha affidato tutto il materiale – compreso quello inedito – riguardante il rapporto tra Don Orione e Ignazio Silone. Ne è venuta un'opera letteraria e spirituale insieme. Il libro fa il punto su questa amicizia dei due grandi uomini liberi che segnarono con la loro passione interiore il secolo XX.
Con una precisa ricostruzione dei tratti della personalità dei due, Giovanni Casoli ha mostrato le molte influenze del Beato Orione non solo nella formazione giovanile di Silone, ma anche nelle sue opere. Don Orione, “il sacerdote non conformista”, fu da Silone descritto non solo nel famoso capitolo “ Incontro con uno strano prete” di “Uscita di sicurezza” , ma anche in Don Benedetto di “ Vino e pane ”, in Don Nicola di “Una manciata di more ” e in “Don Serafino de “ Il segreto di Luca ”. Infatti Don Orione incarna quell'archetipo religioso che sempre affascinò Silone e che lo rese inquieto ed errante ricercatore di verità e di giustizia , “cristiano senza Chiesa e socialista senza partito” , come più volte si autodefinì.
Credo che la conoscenza biografica di Ignazio Silone, comprendente una “visione più intima” della sua esistenza, sia essenziale e precedente qualunque altro approccio documentale. Infatti, i documenti indicano ma possono anche tradire la verità di una persona. Parte integrante dei "fatti" sono le motivazioni e, dunque, in qualche modo l'intimità e la "coscienza" delle persone che quei fatti vivono. Per tale ragione, conoscendo la consistenza e il valore interiore della relazione intercorsa tra Don Orione e Ignazio Silone, credo la pubblicazione degli inediti giovanili e lo studio del Prof. Casoli siano un significativo contributo alla “verità” sull'uomo Silone e dunque una sua autentica celebrazione.
Del libro ho conversato con DARINA SILONE due settimane fa'.
A colloquio con DARINA LARACY SILONE
Roma, Via di Villa Ricotti 36 (18 aprile 2000)
Don FLAVIO PELOSO Signora Darina, questo libro intende essere l'omaggio dell'Opera Don Orione per il centenario della nascita del marito, Ignazio Silone (1° maggio 1900). Ha già letto il libro di Giovanni Casoli?
DARINA Si, e mi è piaciuto moltissimo. E' molto bello e interessante; molto originale anche. Mette in luce un nuovo aspetto di Silone. Tutti gli apprezzamenti del professor Casoli sono giusti. Il libro dà una rivelazione del rapporto tra Don Orione e Silone straordinaria. Don Orione è stato forse il personaggio più importante della vita di Silone. Ne parlava spesso, aveva un grande ricordo di lui, come persona santa, generosa.
FP Lei ha conosciuto Ignazio Silone in età più matura, negli anni ‘40. Riconosce il ragazzo che è descritto in quelle pagine del libro, quel giovane che parla ad anima aperta con Don Orione rivelando i propri sentimenti e i contrasti interiori?
DARINA Posso immaginarmelo. Non mi sorprende che fosse così. La lucidità con se stesso era interiore. Esteriormente era pieno di complessi, di incertezze, con non pochi problemi di carattere. Non mi meraviglia che nell'adolescenza egli abbia avuto queste manifestazioni. Le sue oscillazioni non mi sorprendono. Anzi, mi sarei aspettato qualcosa del genere. E' molto interessante poter leggere queste lettere di Silone giovane.
FP Silone ha condiviso con lei qualche ricordo su don Orione e su quel periodo dell'adolescenza vissuto accanto a lui?
DARINA Si. Mi ha raccontato della prima volta che egli vide, a Pescina dopo il terremoto, questo piccolo prete con la barba di vari giorni che caricava gli orfani sull'automobile del re. Gli era rimasto impresso questo episodio. Poi, naturalmente mi parlò di quella famosa notte in treno raccontata in Uscita di sicurezza . Ricordo di un dettaglio. Raccontò come, prima di Natale, Don Orione aveva preparato le cartoline da mandare a tanti suoi ragazzi e, a Genova, volle che le mettessero in buche diverse, in modo che non arrivassero tutte insieme, ma un po' diversamente, ad ognuno. Silone aveva trattenuto una cartolina per sé, perché apprezzò molto questo pensiero. Don Orione gli disse: ma cosa fai? Così ne avrò una anch'io – rispose Silone. Ma don Orione gli spiegò che se la tratteneva per sé ne avrebbe privato un altro ragazzo. Mi raccontò anche l'episodio del pranzo di Natale a Roma, quando aveva circa vent'anni e incontrò inaspettatamente Don Orione che – non richiesto - gli offerse dei soldi che gli risolsero una situazione imbarazzante.
FP Silone, come ricordava quegli anni?
DARINA Ricordava quegli anni con affetto. Mi parlò della meraviglia al suo arrivo a San Remo: le palme, il sole… per lui era tutto nuovo, una scoperta. Restò affezionato a Don Cribellati, allora suo direttore, che poi divenne vescovo. Gli avevamo promesso di andarlo a trovare e poi non siamo riusciti a realizzare quel desiderio.
FP Torniamo al libro. Lo scopo della pubblicazione, assieme a quello di rendere accessibili degli inediti che sono tra i pochi di quel periodo giovanile, è quello di individuare delle tracce dell'incontro con Don Orione, che per Silone costituì quasi un archetipo religioso, nelle varie figure di sacerdoti e personaggi religiosi delle sue opere letterarie. Oltre che nell'espressione letteraria, come le pare sia stata manifestata la dimensione religiosa da Silone?
DARINA La ispirazione religiosa fu molto forte in lui, sempre. La espresse anche in piccoli segni esterni. Per esempio, alla domenica, negli ultimi anni si guardava la Messa alla televisione. Ci teneva ogni anno che andassimo insieme alla Messa di Natale e a quella di Pasqua, più ancora a quella di Pasqua. Andavamo o a Santa Maria Maggiore o a Santa Prisca. E poi aveva contatto con molti sacerdoti; ricordo Don Milani, l'abate Franzoni, e poi le Petites Soeurs de Charles de Foucauld. Soprattutto dopo la pubblicazione de L'avventura di un povero cristiano , molti vedevano in lui una bandiera di cristianesimo radicale, privo del potere e di tante esteriorità. Silone si interessò della vicenda di Benedetta Bianchi Porro, anche se poi è stata enfatizzata oltre il vero.
FP Silone non ha espresso la sua religiosità attraverso le mediazioni confessionali, cultuali e della tradizione cristiana. Eppure nei suoi romanzi è presente una ispirazione religiosa molto genuina, interiore, popolare, di notevole purezza evangelica. Le pare che ci sia qualche aspetto che prevale nella religiosità di Silone?
DARINA La croce, forse. In questi giorni sto correggendo una traduzione in inglese dei Il seme sotto la neve . In questo romanzo è fortissimo il tema della croce, di Gesù in croce; esso attraversa tutto il libro. Non è il Cristo risorto, ma il Cristo in croce.
FP Fra di voi discutevate di argomenti religiosi, di fede?
DARINA Non ho presente qualcosa di particolare. Silone era molto ammirato di Papa Giovanni XXIII. Ammirava i suoi gesti semplici di incontro con la gente semplice; restò entusiasta della sua visita al carcere di Regina Coeli. Si interessò del Concilio e del rinnovamento da esso suscitato. Ma, tutto sommato, la sua vita religiosa la teneva per sé. Aveva anche molte amicizie con preti e religiosi, ma le riservava come un fatto molto personale. Tra questi amici c'erano anche alcuni orionini marsicani come Don Piccinini e Don Ruggeri che è molto affezionato a Romolo, il fratello minore di Silone. Anch'io personalmente ero in contatto con vari Gesuiti a cominciare da Padre Pedro Arrupe e P. Jerome D'Souza che era un po' il mio guru.
FP Questo centenario della nascita è turbato dall'uscita del libro di Biocca e Canali che attribuisce a Silone una segreta attività di informatore della polizia durante il decennio 1920-1930.
DARINA E' una pena. Soprattutto non è chiara l'esatta portata e significato di quei documenti attribuiti a Silone. Comunque, ritengo che non si debba reagire al libro di due storici reclamando “sequestri” o “soppressione” del libro, piuttosto attendo fiduciosa che si risponda a quanto asserito in quel libro con fatti e documenti che portino maggiore luce sul periodo in questione. Per fortuna, esistono persone molto più competenti (e più abili) di me che hanno studiato a fondo la polizia fascista degli anni '20 e che stanno rispondendo a Biocca e Canali.
FP Conosco bene le vicende dell'arresto e del rischio di fucilazione del fratello di Silone, Romolo, per una presunta responsabilità alla strage di Milano del 12 aprile 1928. Romolo, fino a 20 giorni prima, lavorava presso la tipografia di Don Orione, a Venezia . Fu presto evidente, anche alla Polizia, che Romolo non c'entrava con quell'evento criminale. Perché hanno tanto infierito su di lui? O forse l'obiettivo non era tanto lui… ma Silone.
DARINA Gli autori di quel libro riproducono e citano un documento del 23 aprile 1928 nel quale il Capo della Polizia avvisa Mussolini che Secondino Tranquilli, definito come “uno dei capi comunisti”, ha telegrafato da Basilea all'ispettore Bellone, informandolo che desidera venire in Italia, a Roma, per avere un colloquio. Citano questo documento quasi per provare che Silone era un collaboratore di Mussolini. Invece, basta guardare la data del telegramma – 23 aprile, esattamente dieci giorni dopo l'arresto del fratello Romolo accusato dell'attentato alla Fiera di Milano – per capire il vero significato: Silone era disperato per l'arresto di Romolo, lo sapeva innocente, e voleva tentare tutto per salvarlo, anche affrontare il rischio di rientrare in Italia per parlare col suo amico Bellone, che aveva conosciuto assieme a Romolo nel 1915. In seguito, Silone scrisse a Bellone di non poter venire perché aveva scoperto l'esistenza di un mandato di cattura contro di lui e che il suo nome era segnalato alla rubrica di frontiera. Silone riuscì a salvare Romolo dalla fucilazione ma, come è saputo, non dalla tortura, dalla condanna a 12 anni di carcere, dalla morte nel penitenziario di Procida nell'ottobre 1932.
FP Silone, le ha parlato di Romoletto? Come ricordava quegli eventi?
DARINA A me Silone parlò raramente di Romoletto. Lo fece soprattutto quella volta, poco prima di morire, della quale ho già riferito. Aveva una grande pena per la sorte di questo fratello e quasi un senso di colpa. Per lui, l'arresto e la morte nel penitenziario di Procida fu una cosa tremenda.