Don Flavio Peloso risponde ad alcune domande.
Sappiamo che il sangue, nella cultura e nel linguaggio popolare, indica la persona, la sua identità, la sua vitalità ed energia. “Dare il proprio sangue” significa sacrificio e dono di sé per amore. “Siamo dello stesso sangue” indica la medesima discendenza, l’appartenenza alla stessa famiglia. Il valore simbolico del sangue è sempre stato grande, presso tutti i popoli.
Per noi cristiani, il “preziosissimo sangue di Gesù” ha anche un valore inestimabile perché è il dono della sua vita e del suo Spirito. Fu versato nella sua passione e morte ed innumerevoli volte reso presente in tutto il mondo mediante le parole della celebrazione eucaristica: “Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti”.
Il sangue di Don Orione, conservato ed esposto nel reliquiario, è una reliquia insigne e richiama questi significati: la sua vita generosa e sacrificata per i fratelli, lo spirito da cui era animato e da lui trasmesso ai suoi discepoli. Il sangue di Don Orione è dunque un richiamo storico e spirituale alla venerazione del santo della carità ma indirizza al culto Dio, artefice e contenuto della vita santa di Don Orione.
Don Luigi Orione, nacque a Pontecurone (AL) nel 1872 e morì a San Remo, il 12 marzo 1940. Un infarto fermò il suo cuore, mentre sussurrava “Gesù, Gesù, Gesù, vado”.
Don Orione era considerato un santo mentre era ancora vivente. Molti nutrivano verso di lui ammirazione, affetto, devozione. Per questo, molti conservavano come ricordo prezioso qualcosa di lui: una lettera, una foto, un fazzoletto, di tutto, persino i capelli che gli venivano tagliati dal barbiere. Di lui, furono custodite con devozione anche alcune ampolle di sangue prelevatogli in occasione di prelievi e di salassi che gli furono praticati a scopo terapeutico. Ora, un poco di quel sangue è stato collocato in un nobile reliquiario per essere esposto alla devozione dei fedeli.
Perché si venerano le reliquie dei santi?
Nella Chiesa, la venerazione del corpo dei santi e delle loro reliquie è antichissima. Oltre ad esprimere l’affetto per “qualcosa che resta” del santo, questa devozione esprime la fede che anche il corpo partecipa alla glorificazione della resurrezione. Nel caso di un beato o santo, poi, si è certi che essi godono della beatitudine del Paradiso. Vedere il sangue di Don Orione aiuta ad avere un dialogo spirituale lui, ad aprirsi a confidenze e pensieri fruttuosi, a pregare.
Nella reliquia, Don Orione è ancora in mezzo a noi.
Sì, la reliquia del sangue è un segno fisico della sua presenza. Ma il sangue di Don Orione è oggi soprattutto il suo carisma, il suo spirito. E’ questo che continua ancora a scorrere e a dare vitalità e consanguineità a tante persone in tutto il modo. Il sangue di Don Orione scorre nella vita di tanti religiosi, suore e laici presenti in 30 nazioni del mondo, che hanno nel loro cuore quello spirito di carità e di amore alla Chiesa che fece battere forte il cuore di Don Orione, “un cuore senza confini perché dilatato dalla carità del mio Dio, Gesù Crocifisso”. “O Chiesa veramente cattolica, come vorrei del mio sangue e del mio amore far un balsamo da confortare i tuoi dolori e da versare sulle piaghe dei miei fratelli!”. La venerazione del sangue di Don Orione porta alla imitazione e alla comunione spirituale con lui e con i suoi ideali evangelici.
Il Reliquiario del Sangue di Don Orione al santuario dell' all'Aparecida, in Brasile.