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Parrocchia Mater Dei.
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Autore: Flavio Peloso



LA DIMENSIONE RELIGIOSA
DELLA GRANDE DISCEPOLA E INTERPRETE DI MARIA MONTESSORI



“Un giorno, nell’intervallo di una seduta dell’Assemblea Costituente – racconta Maria Jervolino – l’On. Gonella, allora ministro della Pubblica Istruzione, mi disse che sarebbe stato suo desiderio che io accettassi di occuparmi dell’”Ente Nazionale Opera Montessori” per cercare di ricostruire un patrimonio d’idee e di azione che gli ultimi anni del fascismo e la guerra avevano disperso. Ma non sapevo da dove cominciare. Comuni amici, vista la mia pena, mi dissero: ‘Vai dalla Signorina Costa Gnocchi e senti un po’ lei’. La trovai a Palazzo Taverna nella sua scuola. Circondata dagli occhi intenti e ridenti dei suoi bambini, mi ammonì: Non rifiuti la fatica: è dal bambino che comincia la ricostruzione del mondo”.


Il metodo della Montessori applicato nella formazione religiosa

Il nome di Adele Costa Gnocchi, fino dagli anni ’20 e ’30 era largamente conosciuto negli ambienti più vari e più noti di Roma. A distanza di tempo, è ricordato soprattutto insieme a quello di Maria Montessori. Nata a Montefalco (PG) nel 1883, Adele aveva ascoltato le lezioni della Montessori ad un corso internazionale di pedagogia, tenuto a Città di Castello, nel 1909, e rimase conquistata dalla sua persona e dalla sua idea educativa. Ne divenne “una delle seguaci più intelligenti e libere” (G. Dore), interpretò e sviluppò alcune particolari intuizioni della “Maestra”.
Il suo contributo più originale riguarda, da una parte, lo studio della vita prenatale, della nascita e del bambino piccolo e, dall’altra, l’attuazione di una serie di iniziative educative veramente pionieristiche, quali la Scuoletta di Palazzo Taverna, la Scuola Assistenti all’Infanzia, il Centro Nascita Montessori, il reparto Montessori all’Istituto Provinciale per l’Assistenza all’Infanzia, le sezioni Montessori alla scuola media, la Scuola di Religione Montessori e l’Associazione “Maria Montessori” per la formazione religiosa del bambino. Si tratta di esperienze innovative e uniche nel loro genere in Italia e forse anche fuori.
La Prof. Stefania Rossi Barilozzi nella sua tesi di Laurea “Adele Costa-Gnocchi: contributi per lo sviluppo dell’idea montessoriana” (Perugia 1994), ne ha ricostruito l’opera e l’itinerario pedagogico con non poche annotazioni di carattere interiore. Senza dubbio, è merito della Costa-Gnocchi l’avere applicato i principi montessoriani nell’ambito della formazione religiosa. La Scuola di Religione e l’Associazione per la formazione religiosa del bambino, nacquero sul campo, come frutto della sua osservazione dei comportamenti dei bambini davanti al fatto religioso. Giunse alla convinzione che la formazione religiosa non deve attendere l’età della ragione, ma deve accompagnare tutto lo sviluppo del bambino.
La Costa-Gnocchi diceva che “I montessoriani sono come i preti; vi sono i canonici e i missionari”, distinguendo chi nella scuola Montessori trovava un sistema sicuro e ben strutturato cui dedicarsi, da chi dell’Idea montessoriana faceva il senso e lo scopo stesso della vita sacrificando interessi, carriera e comodità. E “pochi canonici sono usciti dalla sua scuola e molti, invece, i missionari”, commentò la discepola Maria Teresa Marchetti Adami.
Adele Costa-Gnocchi si identificò con la sua missione di educatrice. Tante intuizioni e applicazioni pedagogiche furono possibili grazie al suo profondo senso religioso, elemento costante della sua vita. Non solo. Ma nel corso della vita attuò su se stessa un fine e costante lavoro interiore che la portarono ad un cammino spirituale di alto livello.
E qui si apre un altro sipario sulla ricchissima personalità di questa donna. Oltre alla sua notissima attività pedagogica, Adele Costa-Gnocchi ebbe modo di tessere relazioni con moltissime personalità di spicco della scena culturale e religiosa del suo tempo.


Una ricca rete di relazioni

Ebbe un provvidenziale consigliere e sostenitore dell’anima e dei progetti nel beato Don Luigi Orione. Trovò ispirazione e aiuto in altre personalità del più autentico cattolicesimo dell’inizio del Novecento, come Don Luigi Guanella, Padre Vincenzo Ceresi e i Missionari del Sacro Cuore.
“Adele Costa Gnocchi era uno degli spiriti più liberi che mi sia stato dato di conoscere – ha osservato ancora la già citata Maria Jervolino -, lei che in tutta la sua vita non ha fatto altro che servire, nel silenzio, nella raffinatezza complessa di chi sa avere un tesoro da donare: nihil habentes et omnia possidentes”.
Conobbe e tenne rapporti di grande stima ed interesse con Don Brizio Casciola, suo concittadino, e con alcune tra le più illuminate e tormentate personalità, quali Ernesto Buonaiuti, Romolo Murri, Antonio Fogazzaro, Tommaso Gallarati Scotti e padre Giovanni Semeria. In Lei apprezzavano la sensibilità intellettuale e spirituale, l’apertura e la serenità nell’affrontare i nuovi problemi che la modernità poneva alla fede. In più di un caso, a sua volta, la Costa Gnocchi aprì il cerchio di queste relazioni a Don Orione, negli anni del modernismo, da lei coinvolto affinché, con il suo credito di prudenza e di carità, facesse da ponte spirituale e pratico per ristabilire la fiducia nella vita, l’impegno morale, la comunione ecclesiale. Anche questa era passione pedagogica.
Don Brizio Casciola, ad esempio, passò lunghi momenti critici. Vivace intellettualmente e antenna sensibile alle novità del tempo, ebbe richiami e sanzioni dalle Autorità ecclesiastiche per le sue consonanze con i principali esponenti del movimento modernistico e per il suo pionierismo ecumenico non sempre ben misurato. La Costa-Gnocchi, sua concittadina, ne seguì le movimentate vicende. Si rallegrò quando lo vide approdare all’amicizia santa con Don Orione. Scrivendo di lui all’amica Marianna Antonelli, il 24 agosto 1935, le raccomandava: “Per carità, suggeritegli di starsene quieto, perché temo tanto il suo uscire dall’orbita di Don Orione”.

Adele Costa-Gnocchi testimoniò che “Don Orione, per mandato del Santo Padre, avvicinò più volte il famoso don Ernesto Buonaiuti. E, come questi medesimo ebbe a dirmi, gli fece del bene. Io ho fatto da tramite in queste relazioni, munita dei dovuti permessi”. Nel carteggio dell’illustre pedagogista ritorna spesso la sollecitudine nei confronti dell’intellettuale in crisi. Nel 1926, subito dopo una rischiosa operazione chirurgica subita dal Buonaiuti, informa Don Orione: “Carissimo Don Orione, Venerdì (Buonaiuti) fu sensibilissimo alle calde parole che io gli dissi da parte Sua e tacque perché era debole e stanchissimo! Poi: “Non tornerà?”. Certo, risposi io, ed allora m’incaricò formalmente non solo di esprimerle tutta la sua riconoscenza, ma di pregarla perché al suo primo ritorno a Roma voglia avvertirlo magari per mio mezzo (Via Monserrato N° 25 - Telef. 50-209). Ho l’impressione che bisogna tenerlo un po’ d’occhio e la convinzione che lei solo può farlo. Ma di questo dovrei in ogni caso parlarle a suo tempo più diffusamente”.

Gli accenni ad alcune tra le tante relazioni della Costa-Gnocchi aiutano a comprendere la profondità spirituale di questa donna cui Maria Montessori, confidandosi, scrisse: “Sono contenta che lei mi capisca. Evidentemente quest’opera è grande più di quanto avevamo visto finora e non può essere legata in nessun modo e da nessuno nemmeno a me. Credo che ha tanto a che fare con me come con lei”. Eppure lei, la discepola prediletta, ebbe a dire che l’elemento più importante della sua vita non fu il “Montessorianesimo” ma il “Fatto religioso”. Il “metodo” lo si apprende, e lei ne fu maestra, ma il “Fatto” è un dono, un dato. Ci si deve accostare. Ed ella, al “Fatto”, si accostò. Ne divenne testimone, ermeneuta e pedagoga.

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