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Il servo di Dio Don Gaspare Goggi, tortonese,
morì a 31 anni in seguito a un forte esaurimento che lo portò alla depressione.
Uno psichiatra lo propone come patrono dei malati psichici.
Emanuela Borracino
Dall'analisi di diversi studi internazionali risulta che circa il 20-25% della popolazione in età superiore ai 18 anni, nel corso di un anno, soffre di almeno un disturbo mentale clinicamente significativo. Dalla una rilevazione Istat risulta che il 3,8% della popolazione italiana, pari a 2.170.000 persone, lamenta soggettivamente un disturbo psichico (depressione, anoressia, bulimia…). Circa 600.000 sono i cittadini con i disturbi psichiatrici gravi.
Sarà per la rilevanza di questi numeri e per l’isolamento diffidente verso quanti ne soffrono che una giornalista dell’agenzia ADNKRONOS, Emanuela Borracino, avendo sfogliato la rivista “Don Orione oggi”, è rimasta attirata dalla notizia che uno dei servi di Dio della Famiglia orionina, Don Gaspare Goggi, nativo di Pozzolo Formigaro, ha sofferto di una terribile depressione negli ultimi mesi della sua vita. Ha deciso di farne un “comunicato stampa” che qui sotto riportiamo.
Roma, 7 luglio 2002 (Adnkronos)
Anche chi soffre di depressione potrebbe avere presto un santo protettore. E' la proposta formulata tempo fa dallo psichiatra Ferruccio Antonelli e resa nota in questi giorni dal mensile della Piccola Opera della Divina Provvidenza, se e quando andrà in porto il processo di beatificazione di don Gaspare Goggi, morto nel 1908 ad appena 31 anni in fama di santità, stroncato dal ''male oscuro''. O meglio dalla ''sitofobia'', il nome con cui i neurologi dei primi anni del secolo chiamavano l'odierna anoressia.
La proposta avanzata tre anni fa dall'allora presidente dell'Associazione psichiatri italiani, il compianto Antonelli, di nominare don Goggi patrono dei malati psichici è comparsa nel numero di giugno della rivista ''Don Orione'' in un articolo dedicato alla sua ''sorprendente'', crescente devozione in Italia, Polonia, Brasile, Argentina verso la figura del sacerdote, poco noto al grande pubblico ma ben conosciuto fra i fedeli che seguono la spiritualità di don Orione. Con eroismo sopportò gli ultimi mesi di vita, mentre l'anoressia e un'acuta sofferenza psichica avanzavano. ''A mio modesto parere, è proprio in questa sfida della fede alla patologia una delle prove più suggestive e convincenti della santità di don Goggi'' osservò lo psichiatra Antonelli, proponendolo come ''patrono (a tutt'oggi inesistente) dei depressi, come santa Lucia lo è dei non vedenti''.
Definito dal beato don Orione ''il primo figlio della Divina Provvidenza'', ''una delle colonne più solide'' della Congregazione da lui fondata, don Goggi nacque a Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria, nel 1877. Ragazzino studioso e vivace, molto religioso, a 14 anni aveva avuto una forte emorragia che lo lasciò debilitato. Da allora, il comparire di ogni primavera avrebbe accusato forme di grande stanchezza fisica.
Tre anni dopo l'incontro con don Orione, avvenuto nel 1892, decise di unirsi a lui. “Prima professore, poi sacerdote'' fu la consegna del futuro beato. Gaspare Goggi si mise a studiare, pochi anni dopo era un giovane professore di Lettere e filosofia. Nel 1903 venne finalmente ordinato sacerdote.
Pochi anni di intensa attività sacerdotale, nella stima e apprezzamento di superiori e fedeli, soprattutto come rettore della Chiesa di Sant'Anna al Vaticano, prima di soccombere alla ''sitofobia'' (lett. ''timore del cibo''), conseguenza di una sindrome depressiva concomitante a uno stato di esaurimento psico-fisico. Papa Sarto, futuro san Pio X, quando morì, ''saputo della morte di don Goggi celebrò a lutto e, in quel giorno, non diede udienza''. Don Orione stesso chiese di introdurre la causa di beatificazione (avviata ad Alessandria nel 1959) ed esortava a rivolgersi alla sua intercessione: ''vi dico che non mi sono mai raccomandato a lui, che non ottenessi quanto avevo richiesto''.
La prostrazione in cui morì, stroncato il 4 agosto 1908 dopo mesi di sofferenza, secondo i medici interpellati dall'Opera non solo ''non getta dubbi sulla sua sanità psicologica precedente, e dunque sulla sua capacità di vivere eroicamente le virtù, ma costituisce un ulteriore prova di santità''. Ne sono convinti almeno due psichiatri, chiamati a valutare lo stato di acuto turbamento spirituale in cui sprofondò negli ultimi sei mesi di vita, comune alle vite di molti santi e noto come ''notte dello spirito''.
''Posso affermare - sostiene lo psichiatra Filippo Maria Ferro in un articolo di prossima pubblicazione a cura dell'Opera - che don Gaspare ha sofferto un'esperienza d'eccezione, di altissima spiritualità, e che tale iter non appare offuscabile da sospetti riduttivi. Il turbamento finale non contraddice l'equilibrio dimostrato in tutta la vita, ma sembra rivelare semplicemente un livello 'altro' dell'esperienza umana e religiosa''.
Ma fu lo psichiatra Antonelli, poco prima di morire l'anno scorso, a proporre il patronato se e quando don Goggi sarà dichiarato beato. ''Nella depressione di Don Goggi i conti non tornano, perché il sacerdote ha prevalso sul malato. Dove non tornano i conti - ha osservato - è nel perdurare fino all'ultimo (quando era 'curvo, emaciato, pallido, senescente') del fervore operativo e cioè del servizio sacerdotale”.
''Qualunque impiegato (e forse anche qualche religioso) – ha aggiunto - avrebbe chiesto un'aspettativa, ma Don Goggi sarebbe stato - e lo è stato - capace di restare al suo posto e al suo sacro lavoro, malgrado lo 'sfacelo', finché altri non lo avessero portato via di peso, con quell'eroismo che è la parola chiave nei processi di beatificazione. A mio modesto parere, è proprio in questa sfida della fede alla patologia una delle prove più suggestive e convincenti della santità di don Goggi. Non so se don Goggi sarà beatificato (come spero, perché, secondo scienza e coscienza, sono ragionevolmente certo che lo meriti), ma, se lo fosse, lo proporrei come patrono (a tutt'oggi inesistente) dei depressi, come santa Lucia lo è dei non vedenti''.