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Carità: la migliore apologia della fede cattolica
Carità e carisma (Intervista a Don Orione)
Carità come cultura
(card. Tettamanzi)
Servire i più abbandonati e reietti
" /> Parrocchia Mater Dei.
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Autore: Flavio Peloso

Consulta anche:

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(card. Tettamanzi)
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LA VIRTÙ DELLA CARITÀ



Don Orione, "il santo della carità ": è forse la definizione più immediata e più popolare. Questo nuovo volume suoi scritti e discorsi ci permetterà di avvicinarci con sufficiente ampiezza all'esperienza e alla testimonianza della carità di Don Orione. Il tema "carità" entra nella vita di ogni cristiano e, con particolare intensità, spiega la vita di un santo come Don Orione.
La sua anima, vivificata dallo Spirito Santo e infiammata dal fuoco della carità, spesso si diffondeva all'esterno con discorsi. conversazioni e scritti per lodare il Signore e per infervorare confratelli, amici, persone e gente d'ogni tipo. Molte sue parole sono rimaste conservate. Ne troviamo qui raccolta una selezione significativa. Quanta profondità teologica e spirituale nel suo insegnamento, quanta umanissima poesia nel suo parlare, quanta immediatezza e conoscenza dell'uomo e di Dio nei suoi consigli e ricordi.

Don Orione, mistico appassionato, ricercava continuamente di "stare con Dio''. tutto il suo vivere fu un muoversi attivissimo. ma sempre in unione con Dio, obbedito nella sua Provvidenza dispositiva e servito nell'uomo "imago Dei".
In Don Orione, "il pazzo della carità" (altro fortunato e verace epiteto), la forza della carità scaturiva dal dono dello Spirito Santo e dall’esperienza della bontà di Dio, da lui riconosciuta in tutte le vicende della vita, anche in quelle umanamente avverse. Vedeva la bontà di Dio, la Divina Provvidenza. in tutto e in tutti, e dal suo cuore sgorgava in continuazione il "Deo gratias", gratitudine a Dio, stimolo e urgenza ("charitas Christi urget nos!") all'immolazione instancabile per il bene del prossimo. Qui sta il circuito della carità: la contemplazione della carità di Dio genera la gratitudine, e la gratitudine verso Dio genera la gratuità verso il prossimo. Fiducia nella Divina Provvidenza e carità sono inscindibili in Don Orione.

"Mio Dio. ti amo con tutto il cuore e il prossimo come me stesso—, recitiamo nell'atto di carità. Don Orione parla spesso di martirio della carità. Nel linguaggio corrente, quando valutiamo il prezzo di una cosa, diciamo che "costa cara " o che "è troppo cara ", intendendo che "il prezzo è alto ".
La carità è il più grande dei beni. La carità è dono di Dio "sommo bene e nostra eterna felicità". Per questo, la carità costa cara. Lo sanno i Santi. Rifletteva Sant'Agostino: "Se devi acquistare del pane, ti bastano le monete del tuo borsello: per un campo da seminare a grano e raccoglierlo c'è ben altro prezzo; per una gemma preziosa ci vuole valuta pregiata come argento oppure molto oro, il prezzo sale. Vuoi la carità, cioè ciò ch'è più caro di ogni altra cosa, ciò ch'è l'amore, ciò ch'è Dio stesso? Quale il prezzo della carità, cosa devi dare per averla? devi dare te stesso" (Sermone 34,4.7).
La carità... costa cara! Costa fino all'abnegazione e al sacrificio di sé. Anche noi siamo stati pagati "a caro prezzo: non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati... ma con il sangue prezioso di Cristo" (1 Pt 1,18). Don Orione, alla scuola del Crocifisso, non ha esitato a dare se stesso per vivere la carità. Il Servo di Dio Frate Ave Maria scriveva: "Dio è mia porzione per tutta l'eternità. Si faccia Iddio pagare quanto vuole; non si farà mai pagare troppo caro" (Scritti VIII, 72).

L'autorità della Chiesa ha riconosciuto che Don Orione ha esercitato la virtù teologale della carità "in modo eroico ". Giovanni Paolo II, nel discorso per la beatificazione, disse: "Don Luigi Orione ci appare come una meravigliosa e geniale espressione della carità cristiana. Egli si è lasciato solo e sempre condurre dalla logica serrata dell'amore".
Il comandamento nuovo fu vissuto da Don Orione nell'oblazione completa, diventò desiderio ardente, spasimo e gioia profonda del suo cuore. "Oh sì, o Gesù mio, che io anelo a cantarlo soavissimamente il cantico divino della tua carità... Fa' o mio Dio - prega Don Orione - che tutta mia vita sia un olocausto, sia un inno, un cantico sublime di divina carità e di consumazione totale di me nell'amore a Te, o Signore, ed alla santa tua Chiesa, al tuo Vicario in terra, ai Vescovi tuoi e a tutti i miei fratelli. Che tutta questa povera vita mia sia un solo cantico di divina carità in terra... " (Lettere I. 426).

Leggendo le sue pagine avremo modo d'immergerci in questa musica, che è amore, dedizione fino alla sofferenza. alla crocifissione, alla consumazione di sé, per il Signore e per i fratelli.
"Amore a Dio e amore al prossimo: due fiamme di un solo e sacro fuoco" (Lettere II, 397). La carità di Don Orione Verso il prossimo dipende dall'amore di Dio. Insegnava che "la più grande carità che si può fare a Dio è dargli un'anima: e la più grande carità che si può fare ad un'anima è darle Dio". La passione per Dio si accompagna sempre alla passione per le anime.

II suo cuore sensibilissimo alla compassione e all'affetto. l'amore e l'attuazione pratica del Vangelo, e soprattutto la Grazia di Dio, spiegano il suo amore ardentissimo verso il prossimo, specie quello più povero, bisognoso e sofferente. "Anime e anime".
I poveri, per Don Orione, non sono soltanto gli indigenti, i mendicanti, gli infermi, i deficienti, ma anche i traviati. i dubbiosi, i sofferenti di malattie morali, i ribelli a Dio... Tutti. tutti, tutti! a tutti apre il cuore e le braccia della sua carità. In tutti egli vedeva l'immagine di Gesù Cristo. Aveva fatta sua e citava con frequenza la frase di Padre Felice dei Promessi Sposi: "Avere l'alto privilegio di servire Cristo nei poveri e negli infermi". Come pure, esortando alla carità. si compiaceva di richiamare la scena del giudizio finale, nella quale Gesù invita gli eletti a prendere possesso del Regno dei cieli in ricompensa delle opere buone compiute verso i poveri. E proprio questa pagina è stata scelta nella Messa per celebrare la santità di Don Orione.

Don Orione esercitò eroicamente la carità verso il prossimo così da poter essere accostato ai più grandi Santi della carità. Il Documento dei Vescovi italiani Eucarestia, comunione e comunità, al n. 48, parla di "tutta la schiera dei campioni della carità che contrassegnarono costantemente il cammino della storia: dal diacono Lorenzo, a San Vincenzo de' Paoli, a Don Orione". Tre riferimenti di santi per tre díverse epoche della vita della Chiesa.

"La vita di Don Orione fu tutta una manifestazione, quasi un’esplosione di carità sempre crescente in modo tale che negli ultimi tempi si aveva l'impressione di trovare in lui l'uomo veramente consumato nella carità" (Mons. F. Cribellati). La carità verso il prossimo spinse Don Orione a moltiplicare le opere spirituali e corporali della divina misericordia, dando vita ad un numero veramente considerevole di istituzioni, tutte ordinate al sollievo delle umane miserie e alla salvezza delle Anime.
Già chierico spese le sue fresche energie pei ragazzi dell'Oratorio, poi da Sacerdote, con la Congregazione da lui fondata, arrivò a tante Anime negli orfanotrofi, nei Piccoli Cottolengo, nei ricoveri, nelle carceri, nelle scuole, nelle parrocchie. nei santuari, nei collegi, Quante difficoltà e sacrifici ebbe ad affrontare! E tutto superava perché - come egli stesso diceva - "quante volte ho intravisto Gesù nei poverelli! Dobbiamo trattarli come nostri padroni". La carità costa cara!
Alle Suore, in occasione dell'apertura di un ricovero, scriveva: "Prendete il posto più angusto, più umile, per lasciare ai bambini, alle fanciulle, ai poveri la parte più bella, più arieggiata. più comoda, Servite Gesù Cristo nei poveri, che devono essere sempre i nostri più cari fratelli. E questo si faccia con. spirito di amore a Gesù Signore Nostro".

"Un cuore senza confini, perché dilatato dalla carità di Dio": questo è Don Orione. "La nostra carità non serra porte" diceva tanto volentieri, e a chi si presentava con un dolore o un bisogno egli non domandava e non voleva si domandasse tessera o certificato o fede di battesimo.

La carità di Don Orione si traduceva nelle opere ("la carità ha fame di azione", Scritti 100, 189) e si manifestava nella delicatezza, nella gioia spirituale con cui tutti accoglieva. "Mentre io mi trovavo a Monte Mario - ricorda Don Carlo Pensa - capitò un giorno Don Orione insieme a un povero vecchio, dalla barba lunga e incolta e tutto lacero. Era un russo, da lui incontrato nel portarsi in quella Casa. Cedette a lui il proprio letto, riducendosi egli a riposare su un divano e, quando il freddo era più pungente, persino nella stalla, adagiandosi nella mangiatoia. Lo trattenne per parecchio tempo, nulla lasciandogli mancare. Ricordo anche che, essendo io caduto ammalato, mi cedette la propria camera e, con una premura materna, volle egli stesso farmi da infermiere ".

La carità di Don Orione non era certo venata di quella filantropia sentimentale, che fa della retorica romantica dinanzi allo spettacolo sconfortante e sconcertante di certe spaventose miserie umane. Nelle creature più limitate, più ripugnanti. più detestabili, egli vedeva Cristo tormentato e paziente, lo vedeva in modo così "tangibile" che sentiva per loro un rispetto che rasentava la venerazione, un amore pieno di tenerezza.
Sempre nella luce e nell'urgenza della fede. "Ho spiato la carità di Don Orione - ha testimoniato Don Benedetto Galbiati - per coglierne l'essenza, l'ispirazione, lo spirito: charitas Christi; spoglia epura d'ogni tornaconto egoistico".

Un capitolo di grande interesse formativo è quello dell'insegnamento di Don Orione circa la carità fraterna nella zita delle comunità religiose che voleva fossero "cenacoli di carità ". (Lettere I, 180) La comunione fraterna infatti è mezzo sia per l'incontro con Dio che per l'apostolato. "Avremo un grande rinnovamento cattolico, se avremo una grande carità. Dobbiamo. però, incominciare a esercitarla oggi, tra di noi, coltivarla nel seno dei nostri Istituti, che debbono essere veri cenacoli di carità" (Lettere I, 180).

La lettura benefica di queste pagine farà conoscere il cuore grande di Don Orione, ci stimolerà a liberarci dagli egoismi e ci aiuterà a entrare nella “logica serrata dell’amore”.


Vedi anche La virtù della FEDE e La virtù della SPERANZA

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